giovedì 25 marzo 2010

La necessità di fare la cosa giusta, il coraggio di scegliere.

Di Flavia Marzano

Sono anni che anche in Italia si parla di software libero per la Pubblica Amministrazione; se ne parla con maggiore insistenza in particolare dal febbraio 2002 quando l'allora senatore dei Verdi, Fiorello Cortiana, ha presentato il primo disegno di legge: "Norme in materia di pluralismo informatico, sulla adozione e la diffusione del software libero e sulla portabilità dei documenti informatici nella PA".

Da allora quando si parla di software libero si offrono definizioni, si elencano differenze tra software libero e software proprietario, o tra software libero e open source, se ne illustrano i benefici e le opportunità offerte, si elencano le normative regionali, nazionali ed europee che ne supportano l'adozione da parte della PA, si elencano i Governi, le Regioni e gli Enti che lo hanno adottato, se ne evidenziano opportunità e rischi.

Molto spesso poi, quando si parla di software libero si parla anche di etica, di "politically correctness", di ideologie, di amici e nemici, di giusto e sbagliato.



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